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FILIPPINI FRANCO (GORDON)

 

Franco Filippini

 

Filippini Franco (Gordon) di Antonio, c.l. 1925, residente a Luzzara, arruolato il 27 settembre 1944 nella 77° Brigata S.A.P., fucilato per rappresaglia a Guastalla il 17 dicembre 1944.

Ultimo di tre fratelli, Franco era nato a Luzzara nell'anno 1925 da genitori braccianti.

Trascorse la sua prima fanciullezza in uno stato di salute malferma che fu causa di apprensioni per la sua mamma; le cure mediche, tuttavia, riuscirono a far superare quel periodo critico e farne di lui un giovane forte ed operoso.

Frequentò con diligenza le scuole elementari terminate le quali, intese scegliere in modo autonomo la professione.

Andò garzone di fornaio e la scelta non cadde a caso.

Il pensiero anche triste, del pane raffermo trovato sulla tavola all'ora dei pasti in quegli anni tristi di miseria e disoccupazione, indulsero la sua mente di fanciullo a fare una scelta che almeno poteva garantire il pane fresco e fragrante ogni giorno.

Allegro sempre, incontrava l'immediata simpatia di tutti coloro che l'avvicinavano e lo conoscevano; esuberante di giovinezza aderì alla pratica sportiva riscotendo anche in questa attività consensi ed attenzioni degli allora dirigenti sportivi luzzaresi.

Insofferente ad ogni ingiustizia, mal sopportava il sopruso ed era prodigo nell'aiuto ai più deboli.

Ma ciò di cui maggiormente sentiva di avversare era il sopruso che i dirigenti fascisti esercitavano nei confronti dei lavoratori luzzaresi; aveva il diritto al lavoro solo chi aveva in tasca la tessera del fascio.

Questo fatto lo aveva più volte rattristato allorché scorgeva il padre cupo a meditare sul "NO" ricevuto all'ufficio di collocamento.

Nel suo giovane cervello questi atti, questi momenti, andavano a creare la maturità di sentimenti tanto nobili quanto intrepidi.

Sarà forse anche dall' ascolto dei genitori già antifascisti militanti di discorsi in cui di parla di giustizia sociale, di libertà, ecc... che va concretizzandosi in Franco la convinzione di poter fare qualcosa che possa dare agli uomini e ai giovani come lui, la gioia di vivere in un mondo migliore.

Non ancora ventenne venne chiamato alle armi e avviato immediatamente alle retrovie del fronte italiano.

Ma non tarderà molto a fuggire da quell'esercito che ormai è dominato dal caos.

Tornato a casa non esita ad aderire alle formazioni partigiane S.A.P. che operano in pianura.

E' in questo periodo che rifulge lo spirito di ribellione di un giovane che ha sempre respinto l'ingiustizia e l'oppressione.

Egli sentirà il bisogno urgente di muoversi, di operare con i suoi compagni in lunghe veglie notturne, studia e prepara piani come un consumato stratega, per infliggere al nemico duri colpi per sollecitarne la fine.

Mai stanco, sa infondere fiducia nei suoi compagni di lotta anche nei momenti più difficili.

E' cosciente di compiere un dovere verso di sé e verso la società; per questo ogni notte vuole uscire per compiere un azione che sia di rovina e di beffa al nemico, ma che sia di motivo e stimolo ad altri giovani ad unirsi al movimento partigiano per rafforzare l'esercito dei combattenti per la pace e la libertà.

Arrestato e consegnato alla Brigata Nera di Guastalla alla vigilia di Natale del 1944, sarà sottoposto a sevizie; ma dalla sua bocca non uscirà nessuna indicazione utile al nemico.

Cadrà da eroe, il piombo fascista stroncherà barbaramente quella giovane vita la cui breve esistenza era stata totalmente rivolta al trionfo della bontà e della giustizia.

Cosciente dell'imminenza della fine non tradì nessuna emozione di fronte all'aguzzino fascista; lo sfiorerà solo il pensiero di procurare alla mamma e ai suoi cari tutti un gran dolore.

Era l'alba del 17 dicembre, nella bruma che diradava lentamente, una raffica......era la fine.

Dal campanile accanto si levavano grevi e melanconici i rintocchi per l'annuncio di un giorno di lutto......

Franco è stato il primo eroe martire della Resistenza luzzarese, di quella gloriosa epopea partigiana che rimarrà pietra miliare imperitura per l'avvenire dell'umanità.

Franco, la tua foto come le altre 16 che incutono austerità in questo incontro, rassomigliano a volti comuni.
Come allora tu sei con noi e con noi vivrai fino all'infinito verso la vita che si vede splendere, verso il riso, la felicità, l'amore.
Uniti a te, tutti uniti dovremo come allora camminare perché voi tutti per questo non siete più.

 

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